Eels, 2005
dall’album Blinking lights and other revelations
Il mondo della ferrovia è fonte di ispirazione tipica negli Stati Uniti; sarà l’ambientazione nei grandi spazi immersi nella natura, dove l’uomo trova probabilmente una metafora dei suoi itinerari esistenziali, con viaggi che ispirano domande personali e suggeriscono risposte connesse al senso della vita.
Chissà se è un caso, ma sono temi che non nascono spontanei nei pensieri di un autore italiano, o più in generale europeo.
Mark Oliver Everett, che si nasconde dietro al nome Eels, fa le sue riflessioni dopo essere salito su un treno e avergli affidato le sue inquietudini.
Il viaggio è stato lungo e gli anni trascorsi conducono a tristi bilanci: durante la vita è stato provato di tutto e il sentimento diffuso è quello di chi è alla fine di un’epoca.
L’arpeggio di chitarra costruisce un’atmosfera incantatrice che per un po’ fa da base alle strofe e nel lungo finale rimane ad accompagnare questo viaggio del “railroad man”; in esso convivono la tristezza per il percorso passato e l’attesa per il futuro cui condurranno i binari ancora da percorrere.