Mahavishnu Orchestra 1971
dall’album The Inner mounting flame
Bastano i primi dieci secondi per porsi la domanda: ma dove sono capitato?
La chitarra di John McLaughlin e la batteria di Billy Cobham ci trascinano in un vortice che all’epoca risultò totalmente innovativo: tecnica al top, sincronia perfetta che non viene meno nell’alta velocità, ritmo frenetico che avanza a strappi, seguendo i moti interiori del momento.
Non stupisce che questa coppia di funamboli del suono venne ingaggiata da Miles Davis per il suo jazz di avanguardia; qui siamo a contatto con quanto di meglio la tecnica musicale potesse offrire in quei tempi, peraltro così fecondi (il 1971 è forse l’anno in cui uscirono il maggior numero di opere di massima qualità).
Il nome del gruppo deriva dalla frequentazione del leader McLaughlin con guru indiani e dall’attrazione per la loro spiritualità. La traduzione in lingua indiana è “Grande Vishnu”, ed esprime i concetti di “divina compassione, potere e giustizia”.
In questo brano non emerge questo influsso, almeno di non affermare che le improvvisazioni degli strumentisti provengano da messaggi del Grande Vishnu.