(Sittin’ on) the Dock of the Bay

Otis Redding 1968
dall’album The Dock of the Bay


Conosciamo la storia del cinese seduto sulla riva del fiume, in attesa di veder transitare il cadavere del nemico, ma qui la storia è diversa. C’è un ventiseienne seduto sul molo della baia, a guardare i movimenti della marea, delle barche… insomma: a perdere tempo.

Così afferma lui stesso, ma dietro questa scelta c’è qualcos’altro: la musica soul è particolarmente adatta ad esprimere umori e sensazioni epidermiche, l’approccio sentimentale alla vita.

Guardare per un giorno intero il movimento di un porticciolo conduce Otis Redding a riflettere sul mondo che lo circonda (“Sembra che niente debba cambiare / Tutto rimane come prima”), ma con il senno di poi la canzone diventa una profezia: un ragazzo così giovane invece di farsi trascinare al naturale dinamismo della sua età si abbandona a un atteggiamento contemplativo, quasi fosse arrivato al momento dei bilanci, delle considerazioni conclusive di un ciclo.

Tre giorni dopo la composizione del brano, Otis Redding si schiantò con il suo aereo privato in un lago del Wisconsin (e con lui sei compagni), lasciando un grande vuoto nella black music, che pensava di aver trovato in lui un nuovo eroe.

La canzone ebbe un’eco enorme e attraverso queste note coinvolgenti molti si ritrovarono idealmente seduti su quel molo della baia, con lo sguardo fisso verso l’orizzonte.

Testo

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