Weird fishes (Arpeggi)

Radiohead, 2007
dall’album In Rainbows
In questa canzone ci si può perdere, smarrendo il senso del tempo e dello spazio, finché ritorna un po’ di lucidità e ti rendi conto di aver ascoltato il pezzo una decina di volte.

Il vortice comincia a risucchiare fin dall’inizio: la batteria detta il ritmo e poi parte il protagonista del brano, un ipnotico arpeggio di chitarra che innesca un viaggio della mente.

A me dà più l’impressione di un librarsi nell’aria, ma appena attaccano le parole ci si accorge che l’ambiente è invece la profondità dell’oceano.

Un sogno, forse un incubo, illustrato al meglio dalla sofferta, inspiegabilmente melodiosa voce di Thom Yorke, che ci accompagna nel fondo del mare in una condizione esistenziale scomoda e insidiosa; c’è il pericolo di venir mangiati dai vermi e poi… quegli strani pesci…

L’incanto dell’arpeggio sembra legato a loro, al loro guizzare misterioso che nel sogno/incubo ha generato l’effetto ipnotico.

La fine dell’arpeggio sembra far tornare in sé il protagonista: l’unica cosa da fare in questa situazione è scappare.

I Radiohead sono i cantori del disorientamento dell’uomo di inizio millennio.

Testo

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