The beat of black wings

Joni Mitchell, 1988
dall’album Chalk mark in a rain storm
“Sono soltanto un segno di gesso in un temporale”. Questa affermazione di precarietà assomiglia a “Si sta come / d’autunno/ sugli alberi / le foglie”.

Ungaretti e Joni Mitchell parlano entrambi di soldati e di morte, una morte che incombe come gli eventi naturali, inevitabile.

Il giovane soldato si chiama Killer Kyle e trema appunto come una foglia: gli hanno messo in mano un fucile, e lui deve uccidere “per il potere e per la gloria”.

Il suo dramma non sta soltanto qui, perché a casa ha dovuto subire l’aborto della sua ragazza, dopo aver ascoltato sul suo grembo i calcetti del bambino.

Il ragazzo è piegato dal peso insopportabile della morte e della guerra (l’aborto è la più grande guerra civile mai combattuta), e percepisce il battito delle loro ali nere.

È da questa condizione che alza il suo grido di dolore “non ho mai avuto niente in cui credere”, raccolto e messo in musica e poesia dalla più grande cantautrice dei nostri tempi.

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