King Creosote & Jon Hopkins, 2011
dall’album Diamond mine
Una chitarra davanti al fuoco, i bagliori ipnotici di un camino che invita alla quiete dei sensi, le fiamme che lentamente si spengono in una placida, ardente brace.
È il contesto giusto per contemplare la propria vita e il proprio passato, un susseguirsi di fiamme che hanno fatto esaurire le energie (running on fumes): “a che pro tutte queste lotte? E poi, alla nostra età”.
King Creosote (nome d’arte dello scozzese Kenny Anderson) sceglie un insospettato partner per questa sua poetica riflessione, perché Jon Hopkins fa normalmente musica elettronica e di ambiente, sulla scia del suo maestro Brian Eno.
Il cocktail riesce, e l’atmosfera rimane raccolta, intima, coinvolgente. Vola alto il canto dell’uomo alla ricerca di riposo e di pace, e alla luce tremolante della brace ancora accesa una vicenda ordinaria assume i toni del racconto epico.