Le canzoni del 1976

Se arrivi sulla cima, è inevitabile che ti attenda una discesa.

La spinta propulsiva del rock si è conclusa e la creatività batte il passo. Rimane da una parte il gran mestiere dei gruppi affermati e dall’altra l’energia giovanile di chi si affaccia sulla scena per rivendicare un diritto alla ribalta, fino ad allora occupata da grandi musicisti che con la loro abilità tecnica inevitabilmente si distaccavano dalla base degli aspiranti rockers.

Il movimento punk ostentava una selvaggia ribellione ma sul piano musicale era sostanzialmente conservatore, con l’obiettivo di far ritornare il baricentro sul “popolo” dei garage e degli scantinati, dove gruppi di ragazzi si riunivano per scatenare la propria energia, armati di passione e niente più.

Nella nostra lista non ci sono comunque brani punk, perché il metro utilizzato è quello qualitativo. Ciò che emerge è la grande maturità di gruppi storici come i Rolling Stones e i Genesis (“Memory Motel” e “Ripples” sono ballate memorabili), la crescita compositiva di Queen e Stevie Wonder, che stanno vivendo la loro stagione d’oro, e l’orgoglio del “vecchio” Paul McCartney accusato di fare musica melodica: “Scrivo stupide canzoni d’amore, e allora?”.

Hotel California” è l’appuntamento con la storia per il gruppo degli Eagles, così come lo scozzese Al Stewart trova la giusta combinazione astrale nell’Anno del Gatto che gli apre la strada della fama, che durerà per l’appunto un anno.

Anche la disco music trova i suoi re nei fratelli australiani Gibb, che per tutti saranno i grandi Bee Gees. “You should be dancing” entrerà nella leggenda una volta che sarà ballata da Tony Manero/John Travolta sulla pista della discoteca 2001 Odissey di Brooklyn.

La lunga scia del genere disco arriva anche in Italia e a interpretarla al meglio è Lucio Battisti, che con “Ancora tu” sforna un capolavoro a tutto tondo, perché anche i testi di Mogol sono da Oscar.

E se Riccardo Cocciante esce con la sua canzona più nota – “Margherita” – Lucio Dalla prosegue la sua grande stagione di canzoni d’autore con un omaggio alle automobili e ai loro eroi, Nuvolari su tutti.

Per trovare sonorità diverse bisogna spostarsi in Germania, dove i Kraftwerk propongono un singolare abbinamento musica-tecnologia che farà scuola. Inizia la musica elettronica, che darà risultati alterni.


Ancora tu – Lucio Battisti recensione

Margherita – Riccardo Cocciante

Nuvolari – Lucio Dalla

La musica ribelle – Eugenio Finardi

La voglia la pazzia – Ornella Vanoni & Vinicius De Moraes


You should be dancing – The Bee Gees

New York, New York – Liza Minnelli recensione

Somebody to love – Queen recensione

Isn’t she lovely – Stevie Wonder recensione

Silly love songs – Paul McCartney and Wings recensione

Memory Motel – Rolling Stones

The year of the cat – Al Stewart recensione

Hotel California – Eagles recensione

Ripples – Genesis

Radioactivity – Kraftwerk recensione

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.