Prelude for time feelers

Eluvium, 2007
dall’album Copia


Cosa suonerebbe Chopin nel 21mo secolo? Sicuramente il pianoforte, ma in un contesto diverso, anche perché completamente diverso è il pubblico che ascolta.

Accetterebbe le nuove sonorità del mondo dell’elettronica? Si aprirebbe al mondo pop, magari nel settore ambient o in quello delle colonne sonore, o rimarrebbe nella torre d’avorio della musica cd. classica, quando ha ormai perso il ruolo primario che aveva una volta?

L’attacco strumentale di questo pezzo tocca il cuore e fa venire in mente Chopin per la dolcezza del suono. Non abbiamo un Notturno, ma piuttosto le prime ore del giorno, con la rugiada che brilla nei campi e trasmette desiderio di affrontare la giornata che ci aspetta.

Il tempo passa e il brano sale di tono, riempiendosi della potenza di un sole sempre più alto, sempre più caldo.

La melodia non cambia, nell’espressione di un minimalismo ripetitivo, ma l’effetto finale è quello di un piacevole viaggio nel tempo, con il gusto di oggi e un vago sapore del passato.

Chissà se a Chopin sarebbe piaciuta la musica dell’americano Matthew Cooper, che si fa chiamare Eluvium.

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