Le canzoni del 2002

L’ondata bianca si diffonde nel mondo. Il suono dei Sigur Ros richiama il colore bianco non solo per attinenze geografiche ma perché è una sorta di percorso nel silenzio: il gruppo islandese sembra scrutare al microscopio quel vuoto apparente per individuarne gli inaspettati suoni e colori. È quasi inevitabile che i brani non abbiano parole, e addirittura non abbiano un titolo. Lo stesso album è identificato con due parentesi “( )”.

È questo il futuro della musica? Di sicuro è il contributo nordico alla sua evoluzione: dietro alla freddezza di superficie si cela il fuoco di un animo in subbuglio (un esempio è il brano “Untitled 3”).

Il calore e l’energia sono invece espliciti nel rock spudorato dei Queens of the Stone Age, in quello super-ritmico dei Red Hot Chili Peppers e in quello ormai temperato dei Pearl Jam, che hanno abbandonato gli eccessi giovanili.

La passione si veicola anche attraverso le ballate, e così fanno i Wilco (giunti alla maturazione artistica) e i Decemberists (all’inizio del loro percorso).

Su un altro piano si esprimono due grandi autori, e soprattutto interpreti, che con stili diversi riescono a coinvolgere emotivamente e a portare chi ascolta ad una attenzione esclusiva: Peter Gabriel e Tom Waits non si possono ascoltare come sottofondo, la loro musica va in profondità. “More than this” unisce tecnologia del suono e magnetismo melodico, e ascoltando Gabriel si ha sempre l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di importante.

Più dal basso parte il cantautore statunitense. Dalle caverne, si direbbe ascoltando quella voce ormai modellata dall’alcol e dal fumo che in “Poor Edward” narra la storia di Edward Mordake, uomo dai due volti nell’immaginario collettivo dell’America del 19° secolo, anch’essa imbevuta della cultura romantica anglosassone, che insieme alla scienza coltivava il fascino delle stranezze della condizione umana, vere o inventate che fossero. Tutto ciò con Tom Waits diventa poesia.

Ritornando al mondo di oggi c’è da certificare l’entrata nell’olimpo musicale da parte dei Coldplay, che per qualche anno ancora reggeranno il vessillo del pop inglese.

In terra italiana prende sempre più piede la manipolazione dei suoni in un contesto ritmico molto accentuato; ne sono prova i Subsonica e (ancora meglio) i Tiromancino con “Il progresso da lontano”, una canzone ricca di promesse. La definizione “musica alternativa” corrisponde a “spese varie” nella contabilità: termine generico usato quando non si sa definire qualcosa.

Nell’ambito dei cantautori la si può usare riguardo alla produzione di Carmen Consoli, resa accattivante da un mix costituito da narrazione introspettiva e originalità della voce. Due caratteristiche riassunte graficamente nella profondità e nella malinconia degli occhi di Carmen.


Sei solo tu – Nek e Laura Pausini

Nuova ossessione – Subsonica

Il progresso da lontano – Tiromancino

Tutti vogliono viaggiare in prima – Ligabue

L’eccezione – Carmen Consoli


More than this – Peter Gabriel

I am mine – Pearl Jam

Poor Edward – Tom Waits recensione

Jesus etc. – Wilco recensione

Clocks – Coldplay

California One/ Youth and Beauty Brigade – The Decemberists

By the way – Red Hot Chili Peppers

No one knows – Queens of the Stone Age recensione

Untitled 3 – Sigur Ros recensione

Untitled 4 (‘Njósnavélin’) – Sigur Ros recensione

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