Two weeks

Grizzly Bear, 2009
dall’album Veckatimest


Il pop ha le possibilità di incantare l’ascoltatore e di trasferirlo a sua insaputa in una dimensione ignota, che gli rimane nel cuore.

Un nome che è rimasto come esempio di “canzone incantevole” è quello dei Beach Boys, ed è emozionante risentirlo dopo quasi mezzo secolo nelle note di un altro gruppo Usa, i Grizzly Bear, che qui ricordano in modo impressionante quella ormai antica matrice.

C’è la melodia sognante, la polifonia vocale che va a concludere il pezzo con un’elegante sfumatura, accompagnata da un testo scarno, non scritto per essere capito ma per seguire adeguatamente la melodia.

Senza badare troppo al video, che mi sembra scelto male (ho letto che anche il gruppo non lo ha gradito) questa canzone è invece un invito a chiudere gli occhi, non seguire immagini esterne ma contemplare le sensazioni di vario genere che di volta in volta l’ascolto fa nascere in noi.

La musica è ancora uno strumento per trovare un mondo a noi prima ignoto, e a volare alto.

Testo

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