Mi sono innamorato di te

Luigi Tenco, 1962
dall’album Luigi Tenco


«Mi sono innamorato di te / Perché non avevo niente da fare» C’è qualche donna che avrebbe piacere a ricevere una dichiarazione del genere? Forse sì, nell’incanto di una dolce melodia e del canto confidenziale di un artista come Luigi Tenco.

La magia dell’atmosfera conduce a un’estasi sentimentale che poco si presta ad analisi approfondite e a domande che diventano quasi inappropriate.

La prima sarebbe: ma stiamo parlando veramente di amore? Risposta da fan: sì, sì, nella bellezza di queste note, nell’interpretazione così confidenziale, ci troviamo all’interno di una delle migliori canzoni d’amore italiane!

Che ci invita a distinguere il clima interiore del giorno con quello della notte, quando cioè subentrano il sogno, il desiderio di parlare d’amore e di andare a cercare quella donna, colei della quale alla luce del giorno ci si è già stufati.

Ciò che canta Tenco meriterebbe un dibattito di altri tempi, perché in fondo le sue parole rappresentano una visione dell’amore tipica del Novecento, e gli artisti hanno la capacità di arrivare all’essenza con pochi versi.

L’amore sembra in definitiva confondersi con l’innamoramento, emozione intensa e di breve durata, che si misura secondo la logica del “consumatore” di relazioni; il senso di una vita da innamorato consisterebbe quindi nel lungo percorso in un numero indefinito di partner, guidati dallo slogan programmatico: più sono, meglio è.

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