Walking in Memphis

Marc Cohn, 1991
dall’album Marc Cohn

di Patrizio Frosini

Ricordate le “Blue suede shoes” cantate da Elvis Presley (facendo la cover di Carl Perkins)? Mettiamole su e andiamo in Tennessee insieme a Marc Cohn, nella terra del Delta Blues. La sua canzone ci racconta di un viaggio a Memphis, sulle tracce di quelle “blue note” che così profondamente hanno cambiato l’arte musicale a partire dalla fine del XIX secolo. Un pezzo di grande successo nel 1991, che contribuì a far vincere a Cohn il Grammy Award come Best New Artist l’anno seguente. 

Difficile dire per quale via questa canzone riesca a scenderti nell’anima e a toccartela nel profondo. Certo conta molto l’atmosfera intensa di un viaggio alla ricerca di luoghi che forse ci portiamo già dentro come un destino. Certo ha un gran peso l’alone del gospel in sottofondo, con tutto il suo carico di storia musicale, sentimenti ed emozioni. Certo influisce la miscela sapiente di ricordi e immagini capace di evocare la presenza di alcuni grandi artisti del rock and roll e del blues. 

Tutto ciò ha senz’altro importanza, ma forse il punto essenziale è in quelle parole quasi sussurrate dai versi di Cohn, col tono discreto delle verità incontrastabili: “Quando non hai una preghiera, ragazzo, hai una preghiera a Memphis”. 

Cosa significano? Di quale luogo ideale parlano? A quale preghiera si riferiscono? 

Francamente, se avessi la capacità di rispondere a queste domande non starei di sicuro qui a scrivere vuote parole d’inchiostro. Senza incertezza alcuna, potendo farlo, indosserei le mie blue suede shoes e, come Cohn, racconterei il mio viaggio lungo il Mississippi della vita sulle note di una bella canzone.

Testo

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