Mai dire mai

Il teatro degli orrori, 2009
dall’album A sangue freddo
Il rock italiano non brilla di originalità, perché riprende spesso modelli e contenuti di importazione anglosassone. Qui abbiamo però elementi di unicità: nella costruzione del pezzo – a strappi, quasi in una ricerca dell’incongruenza – e nel parlato-cantato di Pierpaolo Capovilla che dà un tono teatrale al tutto, in sintonia con il nome del gruppo.

Gruppo che ha una formidabile potenza di fuoco, con una robusta sezione ritmica e una chitarra lancinante, che esprime ferocia in musica.

Il testo si scaglia con rabbia contro i luoghi comuni e le frasi fatte – “mai dire mai” – in un integralismo morale che esige punti fermi – “dire mai, e poi mai”.

La violenta invettiva sfuma improvvisamente quando la scena vira sul privato, e l’impetuoso tribuno si trasforma in un agnellino che invoca “tesoro, ripensaci” mentre la chitarra intreccia l’ultimo, intonato, ricamo acustico.

Testo

Un pensiero su “Mai dire mai

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.