Irata

Consorzio Suonatori Indipendenti, 1996
dall’album Linea gotica
Se gli anni Ottanta sono dei Litfiba, i Novanta sono dei Csi. Parlo dell’Italia, ovviamente, e i due gruppi hanno in comune la componente toscana (Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli) e romagnola (Giorgio Canali) che si andò a fondere con quella emiliana (Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni).

In pratica, i territori della Linea gotica, cui è dedicato il disco, come segno del legame del gruppo con lo spirito che animò la Liberazione dell’Italia, e quegli ideali di libertà entrati (più o meno) nel dna identitario del nostro Paese.

Ferretti canta però la sua “irata sensazione di peggioramento”, che appare una lettura pessimistica del mutare dei tempi, che è d’altra parte ineluttabile: “Non tornerò mai dov’ero già / non tornerò mai a prima, mai”.

E mutevole è la canzone, con il succedersi di piani melodici che ricordano lo scorrere delle pagine di un libro. Qui ascoltiamo citazioni di Pasolini e Fenoglio, il tipico canto-cantilena di Ferretti, e arrangiamenti perfetti che creano un’atmosfera sospesa, carica di tensione e di un senso di austera fierezza.

Un gruppo che definirei “militante” per la forte autoconsapevolezza di quello che suona e di quello che dice.

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