Black dog

Led Zeppelin, 1971
dall’album Led Zeppelin IV

Il rock è al massimo del suo splendore, e i Led Zeppelin sono i suoi alfieri più autentici: fedeli alle origini blues, particolarmente grintosi nelle esecuzioni, tanto da risultare poi ispiratori del filone hard rock, la degenerazione che accelererà il declino di questa musica.
L’alchimia del “dirigibile” si fonda su una base ritmica potente, un chitarrista d’eccezione (sul podio dei virtuosi con Hendrix e Clapton) e una voce acuta e lancinante, una specie di spada che sconquassa e lascia inquieti.

Il cane nero sembra materializzarsi nella canzone, che avanza a strappi, quasi fosse una lotta tra animale e padrone, che cerca di reggere il guinzaglio dalla veemenza del black dog. La tensione è presente anche nel testo, che parla di una passione folle per una donna, pronta ad esplodere.

Il finale scatenato, con il lungo assolo di chitarra, lascia intendere che il tira e molla si è concluso e qualcuno ha avuto la meglio. Il cane nero è finalmente libero di correre a più non posso, trascinandosi dietro il guinzaglio penzolante.

Testo

 

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