Le canzoni del 1956

Napoli, ombelico del mondo. Le migliori canzoni vengono da lì, e alcune vengono anche esportate all’estero: “Torna a Surriento” viene affidata ad Elvis Presley e diventa “Surrender”.

È l’onda lunga della più grande scuola musicale che abbiamo in Italia, e che ben si associa con il nuovo spirito che aleggia nel paese, carico di entusiasmo, voglia di divertirsi, di allacciare relazioni, di aprirsi al mondo.

Con altre caratteristiche, o meglio con altre radici musicali, al di là dell’oceano impazza un’altra cultura del divertimento destinata però a un pubblico più giovane, e quindi travolgente nella sua fisicità.

E in questo flusso America-Europa mi immagino quei ragazzini inglesi incantati davanti al giradischi o al juke-box, che assorbono sonorità, ritmi e atteggiamenti che lasciano dentro di loro un segno indelebile. Si chiamano John (Lennon), Paul (McCartney) Keith (Richards), Jimmy (Page), Eric (Clapton), Pete (Townshend) e la loro rielaborazione delle fonti rock e blues porterà nel mondo musicale un’autentica rivoluzione.


Tu vuò fà l’americano – Renato Carosone

T’è piaciuta – Renato Carosone

Guaglione – Aurelio Fierro

Te voglio bene ‘assaje – Rino Loddo

Chella llà – Marino Marini


They can’t take that away from me – Louis Armstrong & Ella Fitzgerald recensione

Maria – Leonard Bernstein recensione

Roll over Beethoven – Chuck Berry

I walk the line – Johnny Cash recensione

Blueberry hill – Fats Domino

Que sera sera (Whatever will be will be) – Doris Day

Love me tender – Elvis Presley recensione

I ain’t got nobody – Louis Prima recensione

Long Tall Sally – Little Richard

Be-Bop-A-Lula – Gene Vincent recensione

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