Le canzoni del 2007

In un panorama musicale molto frastagliato sono ormai un ricordo i grandi gruppi dominatori della scena e capiscuola per le giovani formazioni.

Un’eccezione è rappresentata dai Radiohead, che con l’età matura hanno affinato le loro arti ipnotiche. “In Rainbows” è un’ altra pietra miliare nella storia del rock e “House of cards” e (soprattutto) “Weird fishes” rappresentano un nuovo capitolo del percorso di ricerca sonora del gruppo britannico.

Se i Radiohead hanno fatto una forma d’arte nell’uso dei campionamenti, i Burial calcano un po’ la mano con sonorità glaciali che esprimono un post-umanesimo dominato dalle macchine e dalla tecnologia.

Esperti del settore sono i Throbbing Gristle, che trent’anni prima avevano lanciato l’industrial music fondendo ciò che era rigorosamente separato (la musica e il rumore); adesso si ritrovano in un’altra epoca, con molte industrie chiuse, e rinnovano il loro repertorio con un loft musicale destrutturato dalle percussioni e pervaso da un nichilismo ambientale: è questa l’atmosfera di “After the fall”.

Dall’altra parte dell’oceano emerge il rock energico dei Linkin Park con “What I’ve done”, presa di coscienza delle responsabilità umane riguardo alle sorti del pianeta; poi c’è il dinamismo travolgente degli Arcade Fire con “Keep the car running” mentre Ryan Bingham ci riporta al mondo dei cowboy: “Southside of Heaven” è un invito a sellare un cavallo e a inoltrarsi in una pianura qualunque negli immensi spazi dell’America.

C’è spazio anche per l’introspezione: in ambiente metropolitano con i National e nel gelo dell’inverno con Bon Iver, nome di copertura per il delicato talento di Justin Vernon, cantautore fai-da-te che quest’anno spopola con “For Emma”.

Nel frattempo emerge un nuovo talento, che si candida a entrare nel club delle popstar. Il libano-inglese Mika conquista il pubblico con “Grace Kelly” e inizia una carriera che lo porterà spesso nel nostro paese.

Qui abbiamo un’annata all’insegna del rock: quello riempi-stadi di Vasco Rossi e Ligabue, quello di nuova generazione dei Negramaro, del peperino Irene Grandi, e infine quello provocatorio del Teatro degli Orrori, che riesuma la rabbia punk ma con un supporto musicale di qualità sul quale prorompe la “recitazione cantata” di Pierpaolo Capovilla, sempre arrabbiatissimo.


Parlami d’amore – Negramaro

La compagnia – Vasco Rossi

Bruci la città – Irene Grandi

Carrarmatorock – Teatro degli orrori

Niente paura – Ligabue


House of cards – Radiohead

Weird fishes (Arpeggi) – Radiohead recensione

Archangel – Burial

Keep the car running – Arcade Fire

Grace Kelly – Mika

Southside of Heaven – Ryan Bingham recensione

Green gloves – The National

What I’ve done – Linkin Park

For Emma – Bon Iver

After the fall – Throbbing Gristle

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