North star

Robert Fripp, 1979
dall’album Exposure


Un maestro che si ritrova alla ribalta suo malgrado. Nei concerti dei King Crimson si vedeva Robert Fripp da una parte seduto su una sedia, tutto concentrato su un suono elaborato, innovativo e senza alcun atteggiamento da uomo spettacolo.

Negli anni successivi ha affiancato una marea di musicisti e ne ha chiamati altri nei lavori che portavano il suo nome, come questo album “Exposure”.

Il suo stile si fonda su una sintesi tra jazz e musica classica e un supporto tecnologico proiettato alla creazione con la chitarra elettrica di tappeti polifonici in costante metamorfosi. A questo sistema sonoro è stato dato il nome di frippertronics, a dimostrazione del ruolo di Fripp nella storia della musica.

Tra le molteplici sfaccettature delle sue sonorità, qui abbiamo un ritmo tranquillo e omogeneo, nel quale gli occhi sono fissati verso l’alto, a rimirare la stella polare.

Un’immagine che invita alla quiete di spirito, cantata da Daryl Hall, mentre i tipici suoni di chitarra invitano a un sogno carico di luce.

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