Big Country, 1983
dall’album The Crossing
C’è un viaggio da fare nelle vaste lande scozzesi, in macchina o a cavallo ma comunque con ritmo e velocità; e i primi due minuti siamo trascinati in territori carichi di fascino attraverso musica strumentale.
Rimane da capire se i luoghi dove ci troviamo sono esterni o interni, perché si comincia a cantare che “la paura di vivere è forte” e il discorso prosegue con l’affermazione che “il nostro destino è nelle mani di un demone o un Dio”.
Big Country è il nome del gruppo ma anche il contesto nel quale si sviluppa il loro rock dirompente, nel quale le chitarre richiamano il suono delle cornamuse, per manifestare il senso di appartenenza e l’orgoglio nazionale.
Porrohman è un misterioso personaggio apparso già in un testo di H.G. Wells e che qui assume un ruolo epico, esaltato dal ritmo trascinante.
Le parole che concludono il viaggio sembrano più rivolte a un Dio che a un demone, perché le richieste sembrano delle preghiere: “salvaci da tutti i dolori terreni / salvaci dalla pioggia battente”, così come la richiesta finale corrisponde evidentemente alle più intime istanze personali: “Dacci il nostro amore”.
La richiesta di poter amare è in definitiva il messaggio ispiratore di un brano che ha lasciato il segno (come tutto l’album) nella musica degli anni Ottanta, e che a distanza di anni è ancora capace di infiammare l’ascoltatore.