Minas de Cobre (for better metal)

Calexico, 1998
dall’album The Black light


Ascoltare musica significa spesso viaggiare, e qui la meta da raggiungere è nel sud degli Stati Uniti, al confine con il Messico, dove predomina la comunità latina.

È l’incontro tra due culture, descritto dalla sigla Tex-Mex. A dire il vero, qui di “Tex” c’è solo il territorio di provenienza dei musicisti, perché lo stile musicale è decisamente ispanico, e l’ascolto del pezzo ci fa immergere nel calore e nel colore di quelle terre.

Il sapore è antico e ruota attorno alla chitarra, che dopo un’introduzione lenta e riflessiva esplode in un ritmo danzante.

È forte il legame con le origini musicali spagnole, con la loro danza austera dalle sfumature nobili.

Con l’ingresso dei fiati il suono acquista il sapore della vita sociale, e a noi il pensiero corre subito a qualche colonna sonora di Morricone, e a quei film ambientati nei grandi spazi di questi territori. Luoghi dove molti andavano a lavorare nelle miniere di rame, come ricorda il titolo.

Il suono rappresenta bene il desiderio di uscire dalle viscere della terra, di tornare alla luce del sole, di riunirsi allegramente con la propria comunità.

2 pensieri su “Minas de Cobre (for better metal)

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