Sergio Caputo, 1983
dall’album Un sabato italiano
Qualcuno l’ha vissuta, qualcun altro ne ha sentito parlare: la Milano da bere è il simbolo di un’epoca di benessere, originata dal settore della produzione industriale e dalle evoluzioni finanziarie, e celebrata nei locali, in serate di grande disimpegno.
Sergio Caputo vive in quell’ambiente, e nel suo primo disco lo descrive: sul retro del vinile c’è un cocktail abbinato a ogni brano, con tanto di istruzioni per la preparazione.
La title track è quindi un simbolo di quei tempi, e dimostra come l’arte musicale vada oltre, aggiungendo sostanza all’effimero, e ancora adesso l’ascolto è gradevole.
Curiosamente, descrive un’epoca senza risultare datato, e la ragione sta nel fatto che l’autore canta il “nuovo mondo” con uno stile musicale del passato.
Il risultato è una canzone che in realtà è al di fuori del tempo, perché lo swing ha una classe che vola alto: “Dilaga anacronistica la musica di ieri”, canta Caputo, e questo stile è adatto per accompagnare i sogni di una vita che si esalta nelle oscurità serali.
“La notte è la variabile che ci porta via per mano”.
Testo