Valse pour le fin du temps

Harold Budd, 1986
dall’album Lovely thunder


L’ascolto di questo brano musicale è un’esperienza da vivere, alla quale ti invito sei hai cinque minuti a disposizione (no multitasking!).

Inquietudine è la prima parola che mi suscitano queste note dilatate, solenni, coinvolgenti. Adesso non mi interessano tanto le definizioni tecniche (è minimalismo? è musica ambient?) quanto il mondo in cui veniamo trasportati, e che scuote internamente, probabilmente ciascuno in maniera diversa.

È una “danza che non si balla”, un valzer che ci guida in un percorso verso la fine dei tempi, come dice il titolo.

La musica ha lo stile di una colonna sonora (negli anni successivi Harold Budd ne comporrà diverse) che richiama le sorti di un’esistenza, il fatale destino che tutti ci attende.

Senza immagini scelte da qualcuno, rimane più spazio alla nostra immaginazione: il “film” è dedicato ai nostri pensieri del momento, alle nostre paure e anche alle angosce, che sorgono naturali in un’atmosfera notturna che lascia senza parole.

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