Down by the river

David Rhodes, 1993
dall’album Plus from us, di AA.VV.


Ho risentito recentemente questo brano del passato, rivivendo fin dal suo attacco iniziale le emozioni di un tempo, con l’aggiunta di un mistero nascosto nel testo.

Musicalmente domina la scena il ritornello, coinvolgente per la dolcezza della melodia che introduce in un mondo fantastico, anche se le parole raccontano un dramma personale.

C’è una ragazza che va al fiume per il bucato, ma lì scopre l’uomo amato che si abbraccia a un’altra donna.

Nel fiume, e poi nell’oceano, le lacrime della ragazza si mescolano all’acqua che scorre via.

La canzone si chiude nel tuffo rigeneratore (o drammaticamente risolutore?) nel fiume, per lasciarsi trasportare verso l’oceano.

Una metafora sul modo di affrontare le contrarietà, espressa con sonorità da sogno e un velo di mistero sul significato del viaggio personale verso l’oceano.

Ma il mistero si accentua dopo la scoperta del doppio testo. Cercando sul web il testo della canzone da aggiungere in questa scheda (si può cliccare in fondo) ho trovato parole diverse da quelle che qui si ascoltano e completamente diverso è lo scenario: “Sarò giù al fiume / Aspettando che il buon Dio passi sulla mia strada / Sarò giù al fiume / Cantando canzoni di gioia in questo bel giorno”.

Rimane un’attrazione verso l’universale, ma non c’è più l’oceano; la destinazione finale è addirittura Dio, e la discesa al fiume (down by the river) ha lo scopo di attendere questo incontro, preparato con canti di gioia.

Ignoro perché esistano due testi alternativi, ma la circostanza aggiunge un elemento che accentua il fascino del brano.

Testo

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