Che cosa sei

Alberto Radius, 1976
dall’album Che cosa sei


Non è Lucio Battisti, non è la Pfm, è Alberto Radius. Un personaggio non per le prime pagine ma per riempire quelle interne, e rappresentare il livello alto espresso in quegli anni Settanta dalla musica italiana.

Di Battisti c’è la forma-canzone, dai contenuti esistenzialisti; della Pfm c’è l’abilità tecnica negli arrangiamenti e nell’esecuzione.

Radius è chitarrista raffinato, e molti colleghi lo chiameranno per vari progetti. In questo brano si muove dagli arpeggi che creano un’atmosfera intimista all’eleganza della parte strumentale, che sembra proseguire in musica le riflessioni personali, tendenzialmente oniriche (“per scoprire che senza i tuoi sogni di te resta poco”).

La domanda sull’esistenza è il tema principale, e rimane senza risposta. Sfuma sul suono elettrico della chitarra lasciando l’unico indizio dell’assenza: “che cosa sei / io me ne accorgo solo quando te ne vai”.

Difficile dire il valore assoluto dell’arte di Alberto Radius, ma senza di lui la musica italiana di quegli anni così fecondi non sarebbe stata la stessa.

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