In every dream home a heartache

Roxy Music, 1973

dall’album For your pleasure

La decade che si conclude a metà degli anni Settanta è l’epoca d’oro per la creatività musicale, con artisti che esplorano nuove frontiere, inventano nuove sonorità, si lanciano con coraggio in sperimentazioni.

I Roxy Music propongono qui una sorta di “teatro rock” con un monologo del frontman Bryan Ferry, che su un tappeto di organo elettrico racconta in stile monocorde il suodramma esistenziale.

Sullo sfondo c’è l’aspirazione al paradiso, ma la quotidianità offre il vuoto di una vita concentrata sull’opulenza e sui consumi di cose e persone. Tant’è che la relazione affettiva è con una bambola gonfiabile, cioè un oggetto che prende forma con il suo respiro per poi dargli una sottospecie di piacere.

Il rapporto uomo-bambola si conclude drammaticamente con la frase «I blew up your body/but you blew my mind!» (Ho fatto esplodere il tuo corpo/ma tu hai fatto esplodere la mia mente) che innesca un portentoso assolo di chitarra di Phil Manzanera, mentre ai pattern musicali di sottofondo opera il musicista-scienziato Brian Eno.

È il suono dell’esplosione della scena precedente? È il superamento dello spirito tetro che aleggiava durante il monologo, e che ritorna a puntare il desiderato paradiso?   

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