Le canzoni del 1990

Il nuovo decennio inizia senza una linea guida né particolari innovazioni, in un panorama musicale sempre più frastagliato.

C’è il mondialismo di Peter Gabriel che dall’esperienza di Real World trae fuori un inno trascinante come “Shaking the tree”, mentre con i Waterboys il folk celtico raggiunge una vetta assoluta con l’album “Room to roam”.

Il rock ha perso la sua spinta propulsiva e anche un po’ di identità, ma fa capolino nella ruvida ballata di Iggy Pop (“The Passenger”), nella sensuale danza-soul degli INXS (“Suicide blonde“) e nel pop elettronico dei Depeche Mode (“Enjoy the silence”) che è a tutti gli effetti un prolungamento della musica anni Ottanta.

Lo stesso si può dire di Everything but the Girl e Cocteau Twins, che in quel decennio si sono affermati con stili molto personali e differenti tra loro, ma entrambi trascinati da una straordinaria vocalist (Tracey Thorn ed Elizabeth Fraser, rispettivamente). Quello sugli anni Novanta è per loro soltanto un affaccio, senza molte prospettive di sviluppo.

Tra le grandi interpreti femminili non si può omettere Sinead O’Connor, grande talento dalla fragile tenuta mentale, che rende immortale un brano dell’amico Prince: “Nothing compares 2 U” entra di diritto in una ideale playlist delle migliori canzoni d’amore.

Nella nostra lista non ci sono proposte innovative, né giovani che diventeranno delle stelle, ma artisti maturi che sono stati capaci di interpretare i tempi che cambiavano con grande sensibilità musicale. È il caso ad esempio di Mark Knopfler, grande chitarristista che ci accompagna in una nostalgica ballata western con “Railroad worksong”, e di Nick Cave, plumbeo poeta australiano che affronta nientemeno che il tema della croce con “Foi na cruz”.

Anche in Italia c’è un passato che avanza, perché i migliori autori hanno almeno due decenni di carriera alle spalle: Fabrizio De Andrè fa il napoletano con ”Don Raffae’”, Ivano Fossati è probabilmente al suo vertice creativo con l’album “Discanto“, Lucio Dalla questo vertice lo ha già passato ma è ancora in grado di uscire con una delle sue migliori canzoni in assoluto (“Le Rondini”).

Infine Paolo Conte dimostra che, al di là delle mode e delle campagne mediatiche tese a costruire i “personaggi”, la qualità di una proposta musicale passa indenne all’esame del tempo, anzi acquistando spessore e sintonia con la sensibilità di molti ascoltatori. “Happy feet”, come altri brani del cantautore piemontese, potrebbe essere stata composto in qualunque decennio del Novecento.


Don Raffae’ – Fabrizio De Andrè

Passalento – Ivano Fossati recensione

Le Rondini – Lucio Dalla recensioni

Sotto questo sole – Francesco Baccini e Ladri di biciclette

Happy feet – Paolo Conte


Shaking the tree – Peter Gabriel

Fifty-fifty clown – Cocteau Twins recensione

The Passenger – Iggy Pop

Enjoy the silence – Depeche Mode recensione

Driving – Everything but the Girl

Suicide blonde – INXS

Railroad worksong – The Notting Hillbillies recensione

Foi na cruz – Nick Cave recensione

Nothing compares 2 U – Sinead O’Connor recensione

A man is in love – The Waterboys recensione

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