Sweet Jane

Velvet Underground, 1970
dall’album Loaded


Lou Reed si è portato in giro questa canzone per tutta la carriera, scarnificandola un po’ (ad esempio togliendo l’introduzione ambientale) e focalizzando l’attenzione su quel riff potente e magnetico, che non è soltanto il testimonial della sua musica, ma nell’immaginario collettivo è diventato uno dei simboli del rock.

E in effetti nella storia raccontata c’è un esempio di trasfigurazione della realtà, banale come quella della maggior parte di noi.

“In piedi all’incrocio / la valigia in mano” appaiono i due protagonisti – un bancario e una commessa – con davanti a loro l’eterna dialettica tra i propri sogni e la realtà quotidiana, di una vita che in fondo “è fatta per morire”.

Lo spirito del rock che sprigiona da queste note ha una contagiosa carica ipnotica, che parte da un sentimento di ribellione per cercare di cambiare il modo di vedere le cose, e a cogliere in esse un ritmo inaspettato che trascina.

E così quella commessa che “lavora e mette i soldi da parte”, alla quale nessuno presterebbe attenzione, diventa un indimenticabile personaggio di un mondo da sogno, dominato dalla regina Sweet Jane.

Testo

Un pensiero su “Sweet Jane

  1. I Velvet Underground non sono bebop! ( PS. A proposito del personaggio dell’angelo Aziraphale in Good Omens , quando questi vede un CD e chiede ” cos’è Velvet Underground” e il demone Crowley risponde “non ti piacerebbero” e Zira risponde “ahh , bebop..”) 😉👍

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