Alan E. Jackson, 2003
di Patrizio Frosini
Ricordare non è mai semplice e guardarsi indietro è un esercizio che può consumare l’anima.
Ce lo ricorda Alan Eugene Jackson in “Remember when”, una canzone country del 2003, su una musica che in ciascuna nota parla di Tennessee, Georgia e profondo sud degli Stati Uniti.
Ogni parola è un ricordo, e ricordare costa. Le persone che ci hanno lasciato, la vita che ha dovuto cercare nuove strade. Fotografie graffiate dal tempo che parlano di tutto il cammino percorso.
E poi il labirinto dell’amore: “Ci unimmo, ci separammo, spezzammo i nostri cuori”.
Di più difficile del ricordare c’è forse solo il dimenticare. Riuscire allo stesso tempo a ricordare e dimenticare con un po’ di benevolenza nei confronti degli altri e di noi stessi appartiene a una categoria che assomiglia molto a quella dei miracoli. Chissà: forse è proprio questo ciò che Alan ci vuol dire con la sua bella canzone.
Per chi ama il tema ed è curioso di come si possa trattarlo in modo completamente diverso e ugualmente interessante suggerisco un’altro pezzo: “Don’t forget your roots” dei Six60 (dagli Usa alla Nuova Zelanda), ma di questo parleremo un’altra volta. Sempre che mi ricordi di farlo.