Le canzoni del 1993

L’epoca grunge si avvia alla fine perché è in caduta la stella dei Nirvana, che all’inizio dell’anno successivo perderanno Kurt Cobain. Lo salutiamo qui con “All apologies” dove esprime per l’ennesima volta il suo grande disagio a vivere.

Molto più stabile la nave Pearl Jam, che si avvale di una solida struttura rock dalla quale prende il volo la splendida voce di Eddie Vedder. In quest’anno e nel successivo la band di Seattle realizzerà i suoi due album migliori entrando definitivamente nell’olimpo del rock.

Olimpo nel quale troveranno presto un posto d’onore i Radiohead, che in questo 1993 piazzano il loro primo successo. Con il suo incedere a strappi, “Creep” fa intuire elementi innovativi nell’ambito della musica rock, che con il passare degli anni cresceranno in maniera esponenziale.

Anche il memorabile “Everybody hurts” dei R.E.M. porta una luce nuova nell’ambito dei cd. “lenti”, più adatta alla riflessione che al ballo. E se i R.E.M. sono all’apice della loro parabola artistica, gli U2 hanno imboccato la fase discendente, ma si appellano al mestiere per garantire una qualità accettabile, e a volte propongono idee musicali originali, come in “Numb” cantata eccezionalmente da The Edge.

E a proposito di mestiere, ne ha da vendere Sting, che incanta con i suoi “campi dorati”, titolo che appare una metafora della sua carriera musicale.

Due nomi relativamente nuovi appaiono sulla scena interpretando con passione due filoni tradizionali: per Lenny Kravitz quello rock tutto elettricità e riff ossessivi di chitarra, per i Counting Crows le ballate trascinanti che sembrano ispirate dai grandi spazi e dal sole californiano.

Idee musicali più innovative arrivano da una coppia di fuoriclasse come il mago Robert Fripp e David Sylvian che per una volta lascia le sue atmosfere oniriche per farsi trascinare in un vortice ritmico di “Darshan”.

Dal basso emerge il giovane Beck, che appare come musicista di riferimento della categoria dei nerd perché concilia la scarsezza dei mezzi con una buona dose di inventiva e uno spirito da solitario.

Venendo da noi, suscita un sussulto l’ascolto de “Gli spari sopra”, con un Vasco Rossi innovativo e intraprendente. L’incanto termina nel verificare che in realtà si tratta di una cover di “Celebrate” del gruppo irlandese An Emotional Fish. Eseguita comunque molto bene e con grande dominio sul pezzo.

Atmosfere completamente diverse ce le offre Lucio Dalla, ormai artista a tutto tondo: musicista, poeta e cantante di talento come ben dimostrato nell’esecuzione di “Henna”, conclusa con una convinzione personale dell’autore “è l’amore che ci salverà”.


Gli spari sopra – Vasco Rossi

Sei un mito – 883

Radio Baccano – Gianna Nannini feat. Jovanotti

T’innamorerai – Marco Masini

Henna – Lucio Dalla


Creep – Radiohead

All apologies – Nirvana

Daughter – Pearl Jam

Loser – Beck recensione

Mr. Jones – Counting Crows recensione

Are you gonna go my way? – Lenny Kravitz

Everybody hurts – R.E.M.

Numb – U2

Fields of gold – Sting recensione

Darshan (The road to Graceland) – David Sylvian & Robert Fripp

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