Ricchi e Poveri
Presentatore: Pippo Baudo con Patty Brard
Direzione artistica: Gianni Ravera
Continua l’uso obbligatorio del playback, che snatura la musica e lo stesso concetto di “competizione canora” in cui da sempre si identifica il festival, nel nome di una presunta perfezione del suono. Soltanto Claudio Baglioni, da ospite, rompe questa regola eseguendo con pianoforte e voce “Questo piccolo grande amore”, votata “migliore canzone d’amore del secolo”.
E in effetti questa edizione di Sanremo va ricordata più che altro per gli ospiti, italiani e stranieri, che da contorno diventano pietanza. La più gradita al pubblico: è l’epoca di Spandau Ballet e Duran Duran, e questi ultimi in particolare scatenano un’isteria collettiva che ricorda quella suscitata dai Beatles vent’anni prima.
Per chi ama l’intrattenimento sofisticato c’è la splendida Sade, e per un altro tipo di pubblico ecco Bronski Beat, Frankie Goes to Hollywood e Village People.
E la gara diventata contorno? Vincono i Ricchi e Poveri e sembra un premio alla carriera, visto che hanno cantato (anche qui a Sanremo) canzoni migliori di “Se m’innamoro”. Secondo è il quattordicenne messicano Luis Miguel: non è un fuoriuscito dello Zecchino d’Oro ma un predestinato, perché diventerà uno dei cantanti più rappresentativi del Sudamerica.
Dall’altra parte della classifica c’è Zucchero, che pur presentando quella che diventerà una canzone-simbolo (“Donne”) arriva penultimo. Evidentemente la strada per il successo è per lui lunga, ma in pochi anni raccoglierà con gli interessi i frutti del periodo di gavetta.
Il successo di cantanti e gruppi musicali sembra oscillare come un’azione in Borsa e la canzone è ormai un prodotto da confezionare per il mercato secondo la duplice modalità disco / videoclip. Lo scorso anno è stata lanciata Videomusic e tra non molto (1987) approderà dagli Stati Uniti il colosso MTV.
Una storia importante – Eros Ramazzotti
Donne – Zucchero
CANZONI 