Storie di tutti i giorni – 1982

Riccardo Fogli

Presentatore: Claudio Cecchetto con Patrizia Rossetti
Direzione artistica: Gianni Ravera

Si conclude il triennio di gestione Ravera/Cecchetto, che ha condotto tutto sommato a un recupero di qualità e di credibilità dopo gli orribili (per Sanremo) anni Settanta.

Questa edizione va ricordata per un fatto storico: l’istituzione del premio della critica. Si avverte in questa decisione il tentativo di sanare almeno parzialmente quell’inesorabile gap tra le canzoni premiate nel festival e la qualità musicale, dando per scontato che il grande pubblico si indirizzi prevalentemente verso prodotti di facile presa e scarso spessore artistico; spessore che invece verrebbe colto dagli esperti.

Il risultato del festival sembra dare ragione a questa idea: vince una convenzionale canzone di Riccardo Fogli, ex-cantante dei Pooh e di bell’aspetto, che prevale sulla super-coppia mediatica Albano & Romina: la loro “Felicità” sarà un successo planetario.

Emblematico che il premio qualità vada proprio a Mia Martini, che canta un pezzo scritto per lei da Ivano Fossati e alla quale questo premio verrà intestato anni dopo, dopo la sua prematura scomparsa e forse come tardivo risarcimento da parte di un mondo dello spettacolo che l’aveva emarginata con l’accusa – squallido mix tra paganesimo e cattiveria – di essere “personaggio porta-jella”.

Tra gli esordienti ci sono due futuri pezzi da novanta: l’ancora immaturo Zucchero Fornaciari e il rocker Vasco Rossi, che con l’inedito reggae di “Vado al massimo” lascia i confini regionali dell’Emilia Romagna per farsi conoscere da tutta l’Italia. Sappiamo come è andata a finire, già dall’anno successivo, quando il Vasco-pensiero troverà il suo compimento in “Vita spericolata”. E mito fu.

L’immancabile polemica è fornita da Claudio Villa, e la storia è un po’ triste: l’ex reuccio pur di partecipare accetta di partire dalla “serie B”, cioè dal gruppo delle Nuove proposte (!!!) ma viene inaspettatamente eliminato anche da lì. Non deve essere stato un bel momento per gli organizzatori quando furono investiti dalla furia trasteverina, unita all’indole da sindacalista, del cantante romano. E chissà se lui riuscì poi ad accettare con il tempo la realtà di un gusto musicale che evolve negli anni, mettendo da parte gli esponenti del passato.

E non finisce mica il cielo – Mia Martini

Vado al massimo – Vasco Rossi

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