If music could talk

The Clash, 1980
dall’album Sandinista!

Vedi alla voce “maturazione artistica”. Appena tre anni prima i Clash si imponevano nella scena punk con brani come “White riot”, “I fought the law” e “Hate & war”, veri e propri concentrati di adrenalina e rabbia in stile sgraziato e ruvido.

Adesso, pur senza rinnegare la loro natura di band militante (l’album si intitola “Sandinista!”), sfornano questa raffinata ballata in salsa reggae con tanto di sax protagonista di un fraseggio che fa da contrappunto alla voce.

Evidentemente i ragazzi inglesi avevano stoffa, e un paio di grandi dischi li hanno tirati fuori, tant’è che all’inizio degli anni Ottanta al top c’erano loro.

La grandezza dei Clash è stata quella di saper filtrare e armonizzare generi diversi – rock, reggae, dub, jazz, dance – con la carica dirompente del punk e un senso spiccato per la melodia.

La rullata iniziale, il basso reggaeggiante, l’accompagnamento del sax, il sovrapporsi delle voci non hanno perso negli anni neanche un briciolo del loro smalto.

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