Once in a lifetime

Talking heads, 1980
dall’album Remain in light

I primi 5 secondi. Bastano i primi 5 secondi per rendere memorabile questo brano, che idealmente apre gli anni Ottanta.

Quasi fosse lo stappare di una bottiglia magica, una pozione preparata da un abile alchimista (nella fattispecie, David Byrne con l’aiuto di Brian Eno) l’aria si riempie di frizzante creatività.

C’è una ritmica frenetica con radici africane unita a sonorità elettroniche: il passato e il futuro si fondono in un fluido scintillante. David Byrne interpreta nel video l’uomo straniato, che oscilla tra realtà ed illusione: una immagine lontana da quella dello yuppie, tipica dell’epoca.

Le “teste parlanti” ci lasciano con un assunto filosofico – same as it ever was, è tutto uguale a come è sempre stato – che sembra sganciarsi dal dogma progressista che andava per la maggiore.

Testo

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