Winter

Rolling Stones, 1973
dall’album Goat Head Soup


La canzone degli Stones che preferisco, e questo significa forse che non li apprezzo molto. Perché il brano è anomalo, una mosca bianca nel loro repertorio, con gli archi e niente riff di chitarra, e soprattutto senza l’apporto di Keith Richards (cosa più unica che rara).

La composizione è infatti tutta merito di Mick Jagger e del 2° chitarrista di allora, Mick Taylor. Forse per questo la canzone è rimasta sconosciuta ai più, mai presente nelle compilation, greatest hits, ecc.

Una ballata travolgente pur nell’atmosfera malinconica – invernale, appunto – con chitarre sognanti, una interpretazione vocale da Grammy Award, i violini. E nel finale una sorpresa: quando la musica sembra scemare, e si attende l’epilogo, ecco arrivare l’apoteosi conclusiva, clou dell’intero brano.

Una piccola opera d’arte, e che di arte si tratti basti pensare alle circostanze in cui è stata realizzata: dei ragazzi inglesi che mentre stanno a Kingston, in Giamaica, pensano a una canzone sull’inverno, nella quale si sogna di essere nel caldo della California.

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