I giorni dell’arcobaleno – 1972

Nicola di Bari

Presentatore: Mike Bongiorno, con Sylva Koscina e Paolo Villaggio
Direzione artistica: Elio Gigante

La musica pop-rock è nel suo momento d’oro ma Sanremo… è in Italia. Una manifestazione che è diventata istituzionale risente del momento delicato che sta vivendo il nostro paese e la forte conflittualità sociale si riversa anche nel campo della canzone.

Gli organizzatori del festival decidono di cambiare la formula: non più due cantanti ma un solo cantante per canzone. La conseguenza è che parteciperanno all’evento la metà dei cantanti e nel contesto altamente sindacalizzato ciò significa “inaccettabile taglio di posti di lavoro”. La serie di scioperi a oltranza dei sindacati dei cantanti portano quasi alla paralisi e creano comunque un clima pesante che fa presagire una conclusione della storia del festival di Sanremo. Il quale invece proseguirà, vivendo però negli anni Settanta un triste declino, in controtendenza con la crescita qualitativa della musica internazionale e anche italiana, dove sta iniziando la stagione dei cantautori.

Con il senno di poi, Sanremo avrebbe potuto concludersi in gloria con questa edizione, impreziosita da proposte musicali di qualità. Innanzitutto la canzone vincente, che incontra i gusti melodici del pubblico italiano; una canzone “di centro“, per usare la terminologia politica, interpretata da un Nicola di Bari che ricorda nell’aspetto uno dei politici democristiani che partecipano alle tribune politiche: bruttini, grigi, ma anche preparati e influenti.

Nella nostra epoca dominata dall’immagine e dall’aspetto fisico non ci sarebbe spazio per nessuno di loro (sia per i politici che per Nicola di Bari). Uno che avrebbe anche il physique du rôle è Gianni Morandi, che ha dominato più volte a Canzonissima ma che al suo (tardivo) esordio sanremese non riesce neanche a salire sul podio.

Sul piano della qualità musicale spicca Lucio Dalla, che con il racconto della sua Bologna in “Piazza grande” prosegue la sua crescita come autore di razza. Categoria che accoglierà tra qualche tempo anche Ivano Fossati, ma non adesso. La sua esibizione con i Delirium desta ilarità (e credo imbarazzo allo stesso Fossati): con “Jesahel” piomba sul palco sanremese una comunità hippy guidata da un’improbabile santone ligure. Il 1972 ha così il suo tormentone, in pieno stile “Jesus Christ Superstar”, musical uscito l’anno precedente.

Jesahel – Delirium

Montagne verdi – Marcella Bella

Piazza grande – Lucio Dalla

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