Chi non lavora non fa l’amore – 1970

Adriano Celentano e Claudia Mori

Presentatore: Nuccio Costa con Enrico Maria Salerno e Ira Fürstenberg
Direzione artistica: Gianni Ravera ed Ezio Radaelli

Finalmente ce l’ha fatta! Dopo varie partecipazioni e qualche polemica, il protagonista (con Mina) della musica italiana anni Sessanta vince il suo primo, e ultimo, Festival di Sanremo. Il successo deriva anche dalla formula a conduzione familiare, con gli sposi Celentano-Mori che cantano una vicenda di un marito e di una moglie.

È passata alla storia come prima canzone “impegnata” a vincere il Festival, anche se l’“impegno” si riduce all’utilizzo di parole come “sciopero”, “aumento salariale”, “padrone” in un contesto ironico di menage familiare.

Più interessante l’aspetto musicale, con un attacco gospel che evolve in un trascinante rhythm & blues. In generale il livello delle canzoni è piuttosto alto, ed è una delle migliori edizioni del Festival, che non risente affatto dell’abbandono della formula con cantanti italiani e internazionali.

Aiuta il fatto che stanno uscendo nuovi talenti (tra gli esordienti di quest’anno ci sono Patty Pravo, la famosa “ragazza del Piper”, e il teenager Rosalino Cellamare che diventerà famoso come Ron) e altri sono personaggi ormai consolidati.

“La prima cosa bella” cantata da Nicola Di Bari e Ricchi e Poveri sarà la canzone più venduta, ma meritano una citazione anche “Eternità” di Ornella Vanoni e Camaleonti e “L’arca di Noè” di Sergio Endrigo e Iva Zanicchi, vincitori delle ultime due edizioni.

Evidente il ricambio generazionale, con Claudio Villa che arriva ultimo e Luciano Tajoli che fa la sua ultima ultima apparizione a Sanremo: lui che aveva iniziato a cantare ai tempi della guerra fa ancora in tempo ad affacciarsi negli anni Settanta, dove si parla ormai un linguaggio diverso.

La prima cosa bella – Nicola Di Bari e Ricchi e Poveri

Eternità – Ornella Vanoni e Camaleonti

L’arca di Noè – Sergio Endrigo e Iva Zanicchi

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