Non ho l’età – 1964

Gigliola Cinquetti e Patricia Carli

Presentatore: Mike Bongiorno con Giuliana Lojodice
Direzione artistica: Gianni Ravera

Una delle edizioni più felici del festival, sia sul piano della qualità delle canzoni sia su quello dei riscontri sui media. Che si muovono prevalentemente attorno ai cd. “personaggi” e alle loro storie che attirano la curiosità e l’interesse del pubblico.

È il caso della sedicenne Gigliola Cinquetti, che vince a sorpresa cantando l’attesa per un “amore romantico”, ancora precluso alla sua giovane età. Un brano emblematico per descrivere l’atmosfera degli anni precedenti al ’68, e che stimola riflessioni (che qui non è opportuno sviluppare) sui tempi dell’amore umano, sul valore o meno dell’attesa, ecc.

Ad ogni modo il tema e il personaggio colpirono molto il pubblico italiano e la canzone prevalse a prescindere dalla qualità. Su questo fronte vanno ricordate soprattutto “Una lacrima sul viso” dell’altro esordiente Bobby Solo, con testo di Mogol, che però venne bloccato da una improvviso calo di voce; poi l’arrembante “Ogni volta” di un Paul Anka all’apice del successo in Italia e infine la migliore di tutte: “E se domani” cantata da Fausto Cigliano e che sarà resa immortale da Mina.

Autentica canzone d’autore, oscillante tra il blues e un jazz stile lounge e con un testo inconsueto che si regge su periodi ipotetici (“e sottolineo se”), non venne apprezzata subito – e infatti non si qualificò neanche in finale – ma con il tempo è rimasta nell’olimpo della musica italiana.

I cantanti italiani vennero affiancati da colleghi stranieri (la canzone vincitrice fu cantata in francese anche dalla italo-belga Patricia Carli) . Questa apertura internazionale non diede risultati sul piano artistico quanto su quello dell’immagine, a dimostrare la rilevanza della canzone italiana al di fuori dei nostri confini.