The End

The Doors, 1966
dall’album The Doors
Il fascino dell’enigma invita a non indagare troppo, per non guastare con un approccio razionale e analitico la costruzione letteraria di un autore cui il rock andava un po’ stretto.

Jim Morrison compose il brano nel corso di alcuni mesi, aggiungendo un pezzo alla volta, in un processo creativo che risente delle sue letture psicanalitiche.

C’è la fine di un percorso (affettivo? esistenziale?) e non resta che scavare in profondità, scendendo giù nell’inconscio, dove si mescolano ricordi, suggestioni, allucinazioni… e l’antico complesso di Edipo, che esplode musicalmente con toni drammatici.

La musica accompagna il delirio di Morrison in una sorta di jam session compulsiva, che sottolinea i moti interiori di un’anima inquieta. E quando si placa il ritmo frenetico, la pace è solo apparente: “Questa è la fine / Stupenda amica / Questa è la fine / Mia unica amica, la fine / Mi fa male liberarti / Ma tu non mi seguirai mai / La fine delle risate e delle dolci bugie / La fine delle notti in cui tentammo di morire / Questa è la fine”.

Un poetico saluto all’infanzia, all’innocenza, e in qualche modo anche alla musica rock.

Testo

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