Mo Ghile Mear

Trad. metà XVIII secolo, The Chieftains & Sting 1995
dall’album The long black veil
Il gaelico è lingua musicale per eccellenza. Pastoso e solenne, evoca un misterioso e affascinante passato.

Lo spunto della canzone sono eventi storici del Settecento e il sempiterno sentimento di indipendenza dell’Irlanda dall’Inghilterra.

In quei tempi le speranze degli irlandesi si riversarono su Carlo Edoardo Stewart, ultimo pretendente cattolico al trono inglese, che però fu rovinosamente sconfitto nella battaglia di Culloden (1746).

È lui l’intrepido eroe (Ghile Mear) partito per l’esilio, mentre la “vedova in stracci” è l’Irlanda stessa, sposa felice un tempo, ma adesso sottomessa al dominio inglese.

Nel tempo, il significato politico della canzone è evaporato, lasciando il racconto di una donna in pena per la lontananza del marito.

La versione dei Chieftains con la melodiosa voce di Sting recupera un po’ dello spirito antico e nel coro finale esprime con toni struggenti i sentimenti e lo spirito di un intero popolo.

Testo

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