September song

Kurt Weill 1938 / Lou Reed, 1985
dal film Knickerbocker Holiday; dall’album Lost in the stars
Nell’infinito dibattito su cos’è il rock andrebbe inserito questo brano dalle origini antiche. Proviene da un film del 1938, “Knickerbocker Holiday”, ed è stato poi interpretato da tutti i grandi: Bing Crosby, Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, e mi fermo qui.

Una ballata delicata, crepuscolare, dal tono intimista. Stravolta totalmente da Lou Reed, che inserisce il turbo e la reinterpreta con un linguaggio nuovo – quello del rock, appunto – con ritmo, aggressività (sia pur misurata) e slancio vitale.

Senza cadere nella tentazione di giudicare quale versione sia migliore, perché si tratta di linguaggi diversi, mi sembra che quella di Lou Reed si intoni meglio alla storia raccontata: un uomo ormai maturo che vuole abbracciare finalmente l’amore; il corso della sua vita è metaforicamente lungo un anno, e arrivati a settembre, con le giornate che si accorciano, non c’è più tempo per le lunghe attese.

Il rock più che un genere musicale è un modo di vedere le cose e di affrontare la vita; trasmette quindi al nostro personaggio l’energia e l’entusiasmo giusti per affrontare questa sfida settembrina.

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