Passalento

Ivano Fossati, 1990
dall’album Discanto
Il tempo che passa ha sempre affascinato l’uomo. E se quest’uomo viene dalla Liguria, risulta immediato il paragone con la navigazione in mare: “Signore di questo porto / vedi mi avvicino anch’io / vele ancora tese / bandiera genovese / sono io”.

Fossati si disegna uno splendido autoritratto, riflettendo sull’approdo del suo peregrinare, quel porto in cui prima o poi le vele verranno ammainate.

Intanto il capitano della nave stila i suoi bilanci: sugli inganni subiti dalle nostre intelligenze (“da cani alla catena”) e sull’amore vissuto.

I due percorsi vengono disegnati dai suoni di un oboe e di percussioni africane, che rendono struggente questa marina.

La navigazione è in territorio deserto, sembra che la fame e la sete di amore riemergano più forti, insieme a tutte le domande di senso che porta con sé quel lento, implacabile scorrere del tempo.

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