Sign o’ the times

Prince, 1987
dall’album Sign o’ the times
Title track dell’album capolavoro di Prince, che fu all’epoca un vero e proprio “segno dei tempi” per il suo equilibrio tra sonorità funk e soul, quanto di meglio la musica potesse proporre.

Miles Davis lo definì “il nuovo Duke Ellington” ma qui l’orchestra non c’è, perché quasi tutti gli strumenti vengono suonati dall’eclettico folletto, con un arrangiamento scarno ed essenziale, che mira al sodo. E anche il video ufficiale fu un’idea di Prince, con un lettering raffinato che produce un elegante karaoke.

Mi sembra che le parole più dei “segni dei tempi” trattino di quel segno “nel tempo” che ognuno è chiamato a lasciare nel mondo. Un segno che rischia di saltare per colpa dei vari ostacoli – segni dei tempi al negativo – in cui una vita può perdersi: violenza, malattie, povertà, droghe.

Prima di sprofondare in queste voragini c’è una sola cosa da fare per lasciare un segno indelebile nel tempo: “innamorati, sposati, fai un bambino”.

Lui, Prince, ci ha provato a lasciare questo segno, ma l’unico bambino che ha avuto è morto a un mese dalla nascita, per una malattia rara.

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