On your shore

Enya, 1988
dall’album Watemark
Questa canzone è terapeutica. Siete stressati, affaticati da impegni, scadenze, grane? Prendete, anzi ascoltate “On your shore” dopo i pasti (2 volte la sera) e vi sentirete meglio. Basta poco – una base di tastiere – perché Enya ci trasporti con la sua voce in un mondo che non sapevamo di desiderare così tanto.

Le parole? Sono in linea con la musica, ma anche se avesse cantato il verbale di una riunione di condominio l’effetto-estasi non sarebbe cambiato molto.

Il mondo di Enya è disincarnato e va accolto ad occhi chiusi, ogni contatto con le immagini e con il reale gli toglie efficacia. E in questo mondo lei è la sacerdotessa di chissà quale antica civiltà, apparsa chissà come per lenire le nostre ferite.

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