The boy with the thorn in his side

The Smiths, 1985
dall’album The Queen is dead
Non so perché, ma gli Smiths mi fanno pensare all’Ottocento, al romanticismo inglese dal fascino elitario, con drammoni esistenziali e struggenti, giovani vite bruciate in passioni travolgenti e quasi mai a lieto fine.

C’è anche chi ha parlato di Morrissey come di un novello Oscar Wilde, e il paragone mi sembra (per il cantante) fin troppo lusinghiero.

Qui si strugge per una spina nel fianco, che lui stesso ha poi dichiarato essere il rapporto conflittuale con la critica, evidentemente incapace di comprendere fino in fondo la loro musica.

Non c’è bisogno di essere un critico per cogliere le due anime dello stile-Smiths: il sussultorio e zampillante suono della chitarra di Johnny Marr, spina dorsale di ogni brano, e i malinconici gorgheggi di Morrissey, che li rendono inconfondibili.

Qui entrambe le anime si esprimono al meglio.

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