Everything in its right place

Radiohead, 2000
dall’album Kid A
Seconda apparizione di questo gruppo nella nostra rassegna storica. Il motivo è nella longevità del loro impulso creativo, e nella loro capacità di non camminare sul morbido dei successi passati ma di sperimentare nuove vie, nuove sonorità.

Sentite qui: già dall’inizio si rimane sconcertati, con le tastiere enigmatiche e il mantra vocale che risucchiano in un mondo parallelo. È un incubo? Un’allucinazione? Un viaggio onirico? Dove sono finite le chitarre, tipiche di un gruppo rock? E le rullate della batteria?

I versi sono messi probabilmente a caso, mentre la frase principale recita “ogni cosa al suo posto”: un contrasto che esalta ulteriormente l’effetto straniante del pezzo. Nel finale declinano le tastiere, sfuma il mantra vocale, fino al definitivo silenzio, che si fonde perfettamente nell’attonita sensazione di chi ascolta.

Ci vuole qualche istante per ritornare nel mondo reale, e per sentire poi il desiderio di spingere nuovamente il tasto “play”.

Testo

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.